Paesaggi liquidi al Macro Testaccio
Ampi spazi, illuminazione evanescente ed una sede espositiva - quella del Macro di Testaccio - che ancora una volta sembra stenti a decollare.
E' di pochi giorni fa la mia visita alla mostra "Digitalife 2013 Liquid Landscapes", evento d'arte digitale, parte del Roma Europa Festival, che replica da diversi anni richiamando centinaia di visitatori: numerose le opere esposte quanto le emozioni suscitate.
Originalità ed innovazione non mancano, seppur le prime sale lasciano -ad un primo impatto - la sensazione di deja vu che in arte tanto stona: eppure vale la pena attraversarle una dopo l'altra, passare "La Terre Outrage"di Boganim il video-dramma ricordo della strage di Chernobyl, camminare davanti "L'Empire" di Lermusiaux e ritrovarsi tra le rovine proiettate, per poi restare con lo sguardo rapito da "Falling Forward" di Rimbaud/Scanner o la magia creativa di "Staging Silence" di De Beeck.
Peccato che la proiezione, così come l'audio che le appartiene, avrebbe una resa molto più d'effetto in sale circoscritte dove i sensi si concentrano e non disperdono.
Ma è il secondo padiglione a rendere questi paesaggi unici.
Qui l'interattività è la chiave di lettura, l'uomo - non in senso fisico ma sensoriale - al centro dell'opera: così l'ansia lo avvolge nelle distorsioni di "Coagulate"di Grecu, il fascino davanti la spiazzante semplicità di "Unità minime di sensibilità" di Pugliese, lo stupore al suono di "Butterfly effect" di Piccolo.
Si esce appagati. L'arte c'è, basta cercarla. La sede - a mio parere - ancora troppo timida ed inadeguata al genere.
Pro e contro di magnifici spazi polifunzionali.
fino al 1 dicembre
www.romaeuropa.net/it/web-tv/digitalife.html
www.museomacro.org/it/macro-testaccio
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